Benvenuto, il nostro blog vuole informare i cittadini della Valdichiana, e non solo, sull'imminente costruzione e messa in funzione di centrali a biomasse che bruceranno olio combustibile. Qui troverai informazioni su cos'è una centrale a biomasse, come funziona, quali sono i progetti approvati e in corso di realizzazione, quanto costano in bolletta questi impianti, i danni alla salute e all'ambiente. Siamo curiosi di sapere cosa ne pensi e di leggere i tuoi contributi, ma ti preghiamo di attenerti alla tematica del blog...grazie.


4 mag 2012

L’OCIO DELLA VALDICHIANA REGALA “UOVA VERDI” AI GRUPPI INDUSTRIALI

Pasqua è passata ma c’è chi ancora l’uovo lo deve aprire e il regalo è un bel certificato verde. Che cos’è un certificato verde? Una medaglia di “industria ecologica” per i grandi gruppi, una scusa per accedere ai finanziamenti europei per lo sviluppo di fonti pulite da energia rinnovabile. Così grazie a questa corsa al certificato verde e ai finanziamenti europei che arrivano dalle nostre tasche – i soldi vengono prelevati dalle bollette energetiche con la voce A3 – si assiste alla disseminazione di centrali a biomasse in Italia. Ed in particolare noi guardiamo con preoccupazione al nostro territorio, la Valdichiana. 

 

Cortona ha già visto spuntare il suo impianto a biomasse in località Renaia. La centrale, con potenza di circa 1Megawatt, può bruciare olii vegetali e generiche biomasse di origine vegetale. Il Comune di Castiglion Fiorentino ha già dato la propria disponibilità alla costruzione (è stata individuata come area Poggio Ciliegio, in aperta campagna, tra i confini comunali di Castiglion Fiorentino e Cesa-Marciano della Chiana) di un impianto che dovrebbe essere di circa 50Megawatt. E a Foiano della Chiana è stato individuato un capannone in località Renzino per la realizzazione di un impianto da 2Megawatt. Secondo i progetti depositati in Comune dai privati proponenti, all’interno del capannone di Renzino verranno istallati 6 motori: tre di potenza 225kw e tre di potenza 420kw per un ammontare di circa 2Megawatt. Ogni motore è intestato ad una società diversa e l’impianto, se pur in un unico capannone, è diviso in 6 piccole centrali, mentre i finanziamenti che riceverà sono da moltiplicare per 6. Ciascun motore ha bisogno, per bruciare gli olii vegetali, di bruciare gasolio, ma non è dato sapere quale sarà l’impatto ambientale dei fumi per ogni motore e quello del viavai di camion che sono necessari per l’approvigionamento dell’impianto, si parla di centinaia di camion ma anche su questo punto non c’è chiarezza. 

Quello che è accertato, grazie all’esperienza di studi universitari e ad altre associazioni di cittadini attive contro gli impianti già funzionanti nel resto d’Italia, è che queste centrali a biomasse producono polveri sottili e ultrasottili che si depositano a distanza di chilometri su tutto il territorio. Polveri che vanno a finire nei nostri polmoni e sulle colture circostanti, ovvero nei nostri piatti. E’ certo inoltre che questi impianti, per poter pareggiare i costi, devono bruciare continuamente, sono strutturati per lavorare 24oresu24 tutti i giorni. Ma considerando il numero di centrali a biomasse presenti ad oggi in Italia e in corso di realizzazione, non sarebbe sufficiente mettere a coltura di colza o girasole l’intero territorio agricolo italiano per soddisfarne il bisogno. E’ lecito pensare che, non esistendo olio da bruciare in Italia, questi verranno acquistati dall’estero e molti da paesi extrauropei, attualmente i principali produttori. Ma che senso ha tappezzare l’Italia e la Valdichiana di impianti a biomasse se la materia prima qui non esiste? Considerando che la resa in energia elettrica è bassa? Che per i cittadini in bolletta è un costo? Che un impianto di questo tipo ha una vita massima stimata di 15 anni? Dopo 15 anni l’erogazione dei contributi s’interrompe. E chi controllerà che cosa viene bruciato veramente all’interno? E’ lecito pensare che una volta realizzati gli impianti, i privati proprietari chiederanno l’autorizzazione alla trasformazione per bruciare rifiuti visto che non c’è olio per tutti? A quanto ammonteranno i danni provocati alle colture agricole e al minor afflusso turistico in Valdichiana? Di certo i turisti non vengono per vedere silos e colonne di fumo nero, allo stesso modo prodotti da agricoltura biologica cresciuti all’ombra di ciminiere vedono ridurre il loro mercato. Quanto si svaluteranno i nostri immobili con vista sui camini?

A conti fatti, quanto ci costerà veramente questa energia elettrica?


Fonti:

http://truccobiomasse.altervista.org/risorse.html

1 commento:

  1. La centrale di Renaia - come ci hanno precisato dal comitato tutela Cortona - è composta da SEI piccole centrali da 0,256 MW per un totale di MW 1,536. SEI, a quanto pare, è il numero che piace a queste imprese per sfruttare al meglio lo spazio di un solo capannone.

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