Benvenuto, il nostro blog vuole informare i cittadini della Valdichiana, e non solo, sull'imminente costruzione e messa in funzione di centrali a biomasse che bruceranno olio combustibile. Qui troverai informazioni su cos'è una centrale a biomasse, come funziona, quali sono i progetti approvati e in corso di realizzazione, quanto costano in bolletta questi impianti, i danni alla salute e all'ambiente. Siamo curiosi di sapere cosa ne pensi e di leggere i tuoi contributi, ma ti preghiamo di attenerti alla tematica del blog...grazie.


6 ott 2012

Legge sulle biomasse: martedì il consiglio la discute.

 La grave lacuna legislativa riguardole biomasse presente in regione Toscana sembra vicina a colmarsi. Oltre alla lettera che è stata inviata dall'Associazione Tutela Valdichiana (che abbiamo già reso disponibile sul blog nei giorni scorsi) ai media e ai consiglieri regionali, è stata presentata al Consiglio regionale un'interrogazione a risposta immediata. Sotto trovate il testo dell'interrogazione che è stata calendarizzata al n.782 del consiglio di martedi 9 ottobre. Secondo l'odg del consiglio pubblicato qui: http://www.consiglio.regione.toscana.it/default.aspx?nome=ODG_SEDUTA dovrebbe essere discussa nel pomeriggio di martedi e trasmessa in diretta qui:http://www.consiglio.regione.toscana.it/default.aspx?nome=AULA&idc=0).
 
 




 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Rimettiamo sotto per una migliore leggibilità il testo:

Firenze, 4 ottobre 2012
Gruppo consiliare
Federazione della Sinistra-Verdi

Al Presidente del Consiglio Regionale Toscano SEDE
Oggetto: Interrogazione Orale Urgente in merito “alla necessità di una normativa regionale al riguardo dell’individuazione dei siti non idonei all’installazione di impianti che utilizzano biomasse ed eolici e per quanto riguarda il dimensionamento degli impianti di questo tipo”
Ricordato
Che la Regione Toscana ha approvato la legge regionale n° 11/2011 e smi (Disposizioni in materia di installazione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili di energia) in merito alle disposizioni per i processi autorizzativi degli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili;
Che la legge suddetta, al comma 12 del preambolo recita che “La Regione intende promuovere lo sviluppo degli impianti di produzione da fonti rinnovabili attraverso il migliore contemperamento delle esigenze di sviluppo economico e sociale e delle esigenze di tutela dell’ambiente, del paesaggio, del territorio e di conservazione delle risorse naturali e culturali nelle attività regionali amministrative e di programmazione;”
Nella legge medesima, con la motivazione di evitare potenziali effetti negativi sul territorio a causa di una vacatio legis, l’articolo 4, ha individuato, (con indicazione nell’allegato A) le aree non idonee all’installazione di impianti fotovoltaici a terra, mentre è stata rinviata a successiva normativa l’individuazione delle aree non idonee all’installazione delle altre tipologie di impianti di produzione di energia quali l’eolico e biomasse;
V alutato
Che l’individuazione dei siti non idonei anche per quanto riguarda gli impianti alimentati a biomasse ed eolici abbia le stesse necessità di urgenza di quelle che hanno portato all’individuazione in legge regionale 11/2011 e smi dei siti non idonei per gli impianti fotovoltaici
Che tale necessità sia rafforzata dal fatto che si sta configurando una situazione di normativa regionale mancante proprio nel momento nel quale – secondo anche quanto riportato in una nota inviata a tutti i capigruppo regionali dall’Associazione Tutela Valdichiana in data 28/09/2012 – sarebbero già avviati iter autorizzativi per la realizzazione sul territorio regionale di tre centrali a biomasse di rilevanti dimensioni e certamente non a filiera corta;
Sottolineato
Che la necessità di individuare, con normativa specifica, i siti non idonei anche per quanto riguarda gli impianti alimentati a biomasse – nonché le indicazioni dimensionali degli impianti medesimi con preferenza per quelli =< 1 Mw – ed eolici sia di primaria importanza sotto l’aspetto della tutela
ambientale, paesaggistica, a difesa delle produzioni agricole locali di qualità e di integrazione al reddito e rivesta quindi carattere di particolare urgenza alla luce anche delle seguenti considerazioni inserite nell’ambito di studio sanitario/epidemiologico del dottor Federico Valerio, chimico, dell'Istituto Nazionale di Ricerca sul cancro di Genova, nel quale si legge che “Nel 2010, l'Agenzia per la Ricerca sul Cancro ha inserito il fumo di legna tra i cancerogeni umani , in quanto la sua inalazione, negli usi domestici è risultata responsabile dell'aumento di tumori polmonarie. Questo effetto è senza dubbio dovuto alla presenza nel fumo di legna di numerosi cancerogeni quali benzene, benzo(a)pirene, formaldeide, diossine. L'uso della legna per il riscaldamento domestico ( meglio teleriscaldameto) è giustificato solo nelle situazioni in cui non sono disponibili combustibili fossili ( comunità rurali e montane). Anche in questo caso occorre utilizzare impianti ad alta efficienza, canne fumarie ben progettate ed è auspicabile l'adozione di un impianto trattamento fumi anche per gli usi domestici.”
Considerato quindi
Che le centrali di produzione di energia tramite l’utilizzo di biomasse debbano essere realizzate tenendo conto, oltre che delle normative europee in materia, di precisi criteri – ampiamente presenti nella letteratura di natura ambientale – quale quello delle piccole dimensioni degli impianti (minori o ugulali ad 1 Mw), così da contribuire a creare una filiera di lavoro in aree, come quelle boschive, sempre più depresse e in fase di nuovo abbandono e conseguente dissesto, e quindi addivenire ad una cura maggiore di aree boschive spesso create artificialmente nel corso dei secoli
Tutto ciò al fine di garantire:
  • -  un loro funzionamento grazie all’utilizzo di biomasse derivanti da scarti della produzione e
    del materiale agricolo forestale già presente nelle aree immediatamente limitrofe alla localizzazione delle centrali medesime, realizzando quindi la cosiddetta “filiera corta” e tracciabile con certezza, quindi utilizzando materiale agricolo forestale di risulta;
  • -  integrazione al reddito tramite il soddisfacimento del fabbisogno energetico rivolto alle aree immediatamente limitrofe alle centrali medesime, in autoconsumo.
  • -  l’individuazione delle aree per la natura delle quali – ad esempio terreni di pregio artistico, paesaggistico, agricolo, individuati come DOC, DOP, IGP, IGT ecc – non sia possibile la realizzazione di impianti di questo tipo su tali suoli
  • -  la delimitazione della potenza di tali impianti (impianti di piccole dimensioni) Ritenuto quindi
    Che vada assolutamente evitato il rischio di realizzazione – e tanto più di proliferazione – di impianti a biomasse di grandi dimensioni, che per il loro funzionamento sarebbero in contrasto con i criteri sopra ricordati ed anzi determinare potenziali danni economici, ambientali e sanitari a causa:
  • -  della necessità, per il loro funzionamento, di grandi aree agricole monoculturali (sottratte alla produzione “food”) create ad hoc quali quelle a girasole, monocolture assai idrovore e causa della distruzione delle colture tradizionali.
  • -  della messa in atto della cosiddetta “filiera lunga” cioè di materiali provenienti da aree lontane e segnatamente da paesi esteri – non escludendo nemmeno la provenienza extra europea -. Materiali - questi - inquinanti anche per il loro trasporto e per il reperimento dei quali si mettono in atto disboscamenti di amplissime aree, con conseguenze ambientali e di inquinamento atmosferico di straordinaria rilevanza, nonché di sottrazione ulteriore di ampie aree alla produzione “food”.
    Ricordato
    - che, proprio nell’ottica di prevenire tali conseguenze il Piano di Indirizzo Energetico Regionale (PIER) vigente recita che “il ricorso a biomasse ottenute attraverso processi di deforestazione (...) risulta in netto contrasto con gli obbiettivi della Regione Toscana che (...) ritiene opportuno a fini
energetici solo l’utilizzo di risorse provenienti da un bacino di approvvigionamento strettamente connesso al luogo di utilizzo della biomassa”
- che, in coerenza a quanto ricordato al capoverso precedente, il PIER prevede un raggio di settanta chilometri per l’approvvigionamento da biomassa, escludendo quindi il medesimo tramite la cosiddetta “filiera lunga” e prevedendo nel contempo la realizzazioni di impianti del genere di piccole dimensioni.

Considerato quindi
Come sia di tutta evidenza la necessità e l’urgenza, in merito alla possibilità di realizzazione degli impianti di produzione da fonti rinnovabili quali quelli a biomasse, di tener conto certo delle esigenze di natura economica e occupazionale ma assolutamente non eludendo le esigenze di tutela dell’ambiente, del paesaggio, del territorio, della salute e di conservazione delle risorse naturali;
In quest’ottica la necessità di stabilire criteri dimensionali, criteri in merito all’utilizzo di risorse atte al funzionamento delle centrali e criteri di ubicazione delle medesime, criteri questi atti a non pregiudicare l’ambiente e la salute
Appreso
Che – come comprovato dal “Contributo della Provincia di Arezzo in merito alla proposta della Regione Toscana per la definizione di aree non idonee alla installazione di impianti per la produzione di energia alimentati da biomasse e da fonte eolica” (nel quale per altro si sottolineano le già esposte necessità di tutela ambientale, paesaggistica e di dimensionamento ridotto degli impianti a biomasse) è evidentemente in itinere una proposta su questa questione elaborata dalla Regione Toscana.
Considerato infine
Come sia da sottolineare – così come sopra ricordato – che per quanto riguarda l’individuazione dei siti non idonei alla realizzazione di impianti a biomasse ed eolici vi siano le stesse condizioni di necessità, ed urgenza che hanno portato, nella legge 11/2011 e smi, alla individuazione dei siti non idonei alla realizzazione di impianti fotovoltaici, ma che ad oggi si abbia quindi soltanto notizia di una proposta di normativa regionale al riguardo degli impianti a biomasse ed eolici, di cui non si conoscono i termini e soprattutto i tempi di approvazione.
Come altresì sia necessario giungere in tempi estremamente ristretti alla definizione ed approvazione di una normativa di questo tipo anche per gli impianti a biomasse ed eolici
Sono ad interrogare la Giunta Regionale
Per sapere
- Quali sono i contenuti della proposta regionale in itinere sopra richiamata e se indichi con chiarezza criteri e siti non idonei ad ospitare impianti a biomasse ed eolici o se comunque si abbia intenzione di implementare la proposta normativa in questo senso
- che tempi avrà il completamento dell’iter della proposta medesima e quindi l’entrata in vigore della normativa relativa anche agli impianti a biomasse ed eolici
Se è conoscenza di quali e quante richieste siano state attivate sul territorio regionale per la realizzazione di impianti a biomasse e se non ritiene di attivarsi al fine di ottenere un monitoraggio
costante in merito all’iter delle autorizzazioni richieste alle province toscane per quanto riguarda impianti di questo tipo.
La Consigliera Monica Sgherri

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